
MOSTRE
1988
*ZURIGO
GALLERIA RAPPERSWILL
*PORTOFINO
1992
*AMSTERDAM
GALLERIA SIAU
*HERTOGENBOSCH
GALLERIA KUNS-WERK
*LUBBECKE
GALLERIA TANTIUS
1993
*PARMA
GALLERIA MONTMATRE
*MILANO
GALLERIA SAN FEDELE
*CHIAVARI, GENOVA
GALLERIA FORMEDELLARTE
1994
*FIRENZE
KEN'S ART GALLERY
*PRAGA
GALLERIA PIRAMIDA
1995
*AMSTERDAM
GALLERIA SIAU
*NEW YORK
KSI GALLERY CHELSY
*SIENA
RELAIS DELLA ROVERE
(DIPINTI-AFFRESCHI)
1997
*FRAMURA, GENOVA
LA TORRE SARACENA
*FIRENZE
KEN'S ART GALLERY
ARCAICA
*COLLE VAL D'ELSA
GALLERIA ARTEARTE
1998
*GENOVA
PALAZZO DUCALE
2000
*SESTRI LEVANTE, GENOVA
FONDAZIONE MEDIATERRANIA
*RAPALLO, GENOVA
CASTELLO
2002
*HERTOGENBOSH
GALLERIA KUNST - WERK
2004
*SIENA
GALLERIA BIALE CERRUTTI
A CURA DI LUCIANO CAPRILE
*BOLOGNA
ARTE FIERA
2006
GENOVA-ITALY
GALLERIA CERRUTTI
2007
CHIAVARI
, GENOVA
CAFFE DEFILLA
2009
*SIENA - ITALY
*BIALE CERRUTTI ARTGALLERY
RITMI DEL TEMPO
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GALLERIA ARTENOS
ANGELES
*REGGIOEMILIA -ITALY
MIRANDOLA
CLUB LA MARCHESA
PERSONALE
*CHIAVARI, GENOVA -ITALY
GALLERIA
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MITOLOGICA
2010
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GALLERIA EUROPA
ANGELI
*RIVANAZZANO-ITALY
PERSONALE
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FONDAZIONE MEDIATERRANEO
30-30-30
*REGGIO EMILIA-ITALY
EXPO ARTE
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EXPO PERSONALE FIERA DELLA SCIENZA E DELLA TECNICA
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RITMO ROSSO
2011
*MIAMI , FL U.S.A
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"ALTMANN" PERSONALE
*GALLERY MOSCOW
MOSCA & GENEVA
"ritmi del rinascimento"
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SESTRI LEVANTE, GENOVA - ITALY
OPERE SCELTE
2011
54° BIENNALE VENEZIA fino al 27/11/2011
*MUSEO GRIMANI
OPERE E RITRATTI
2012
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GALLERIA EUROPA
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VILLA BAGATTI VALSECCHI
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*VAREDO
VILLA BAGATTI VALSECCHI
ANTOLOGICA GRANDI TELE
RENAISSENCE
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PERSONALE
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GENOVA
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SALE MUSEO TEATRO DELL'ANNUNZIATA-PERSONALE
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ESPOSIZIONE DEL DRAPPO
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"APPARIZIONE"
2022
MOSTRA GALLERIA GRASSO-OPERE SELEZIONATE
SANREMO FORTE S.TECLA -DAL 13 AGOSTO AL 24 SETTEMBRE
PERSONALE -
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TESTI CRITICI.
ALTMANN: DAL PARTICOLARE ALL'UNIVERSALE
Se il corpo umano è il punto di partenza del cammino di ogni artista che abbia o meno frequentato l'Accademia, dove lo studio dell'anatomia assume il ruolo di palestra indiscutibile della tecnica, possiamo affermare che il medesimo corpo umano è a buona ragione l'origine dello svolgimento artistico di Roberto Altmann. Quello trattato fin dagli inizi dal nostro autore è un corpo che a poco a poco si trasforma nell'ambito della materia e della luce, non ama crogiolarsi nella contemplabile plasticità delle forme pur mantenendo stretti contatti col mondo classico. Si può essere moderni, contemporanei, ricollegandosi continuamente ai moduli di un glorioso passato? Si può, anzi, si deve se si desidera ottenere ancora oggi certi risultati armonicamente sontuosi e pittoricamente convincenti. Il gesto di Altmann ne è una eclatante dimostrazione. D'altronde è impossibile cancellare la cultura annidata nella memoria: va coltivata, meditata e recuperata attraverso il filtro del tempo che si sta vivendo, attraverso le sollecitazioni timbriche e narrative che questo stesso tempo ci propone.
Nel suo sviluppo spazio-temporale il corpo indagato da Altmann tende a percorrere derive metamorfiche che ne modificano le peculiarità distintive ma non le potenzialità espressive. Questo avviene anche quando la trasformazione va a toccare i limiti della sparizione organica per deporre ogni suggestione nel grembo di un informale acceso di segni, di tracce, di tonalità contrastanti. Questo avviene perchéAltmann procede per inquinamenti, per cancellazioni, per sovrapposizioni di spinte emozionali, tanto che in alcune prove sembra prevalere il gesto istintivo e automatico sull'ordine dettato dalla ragione. Il suo percorso è a tratti paragonabile a quello intrapreso dai surrealisti che amavano talora farsi condurre sulla tela e sulla carta dalla mano e farsi quindi sorprendere dalla meraviglia del risultato. Tale meraviglia richiama quindi a sé altri corpi, altre tensioni e altre torsioni da dipanare nello spazio in un volo che non prevede approdi ma solo il prosieguo aereo di un cammino senza fine.
In mostra si ammirano prevalentemente opere degli ultimi anni suggerite da situazioni o da ispirazioni che hanno facilitato la nascita di una particolare serie di prove.
Prendiamo il caso di Oceano. La struttura tridimensionale di questo ampio lavoro conclusivo comprende un movimento, un tentativo di accartocciamento, che può rammentare il travaglio delle onde supportato dalle tonalità marine che s'incontrano e si scontrano in una turbinosa frantumazione di immagini sulla superficie dipinta. I numerosi studi su carta narrano le varie fasi di questa ricerca dove l'azzurro viene attraversato dalla linea nera che disegna un accenno di membra, quelle membra che sembrano dissolte nell'approdo conclusivo. Oceano dunque come allegoria dell'esistenza? Forse. L'artista lascia libera scelta all'osservatore di costruire una storia a misura della propria sensibilità. Egli si avvale giustamente di una forte spinta propositiva grazie al potere evocativo delle immagini, un potere forte, coinvolgente, talora angosciante.
Accostiamoci ora alle sue folle in fuga trasversale o ascensionale come fossero preda di un delirio: rimangono sospese nell'aria in attesa di una Cappella Sistina che le accolga e ne plachi lo struggimento in un sigillo di sacralità. La Cappella Sistina dei nostri tempi non è più collocata o collocabile nei principeschi palazzi della committenza o nelle chiese dall'ampio e silenzioso respiro. Oggi Altmann parla direttamente alla gente che vuole o può accogliere queste rincorse di anime e di corpi sulle pareti di casa in cui specchiare il proprio anelito di speranza o il personalissimo rodimento interiore. La medesima cosa succedeva d'altronde ai privilegiati del passato che, esaurito il piacere dell'apparenza, trovavano in certi dipinti il nascosto intendimento dei maestri rinvenibile tra le pieghe del racconto o nel volto di un personaggio dove vi avevano collocato il seme del dubbio o il segno subdolo di un moto di rivalsa. Rinveniamo un simile tormento interiore nella recentissima Battaglia del vento, nel groviglio di membra alla deriva, a cui possiamo accostare per analogia costruttiva il quadro denominato Ombre dai toni più cupi; ancora più magmatica è la tela a sviluppo verticale intitolata Corpi in volo dove il racconto si snoda per successivi movimenti di forme che paiono annullarsi le une sulle altre per ricamare una trama rapida e avvolgente. La grande composizione orizzontale denominata Umanità sciorina invece oscure allegorie, rimandi a strutture rinascimentali d'ampio respiro. E potremmo continuare con ulteriori dipinti di particolare sviluppo narrativo favorito anche dalla disposizione dei soggetti che paiono trasferire l'un l'altro il testimone di un tormento, di un assillo esistenziale.
Si diceva che Altmann attinge la sua ispirazione da moduli classici o rinascimentali per immergere le sue storie nella contemporaneità. Tutto questo succede, come si può vedere anche nelle prove appena citate, grazie a un segno frenetico che non si sofferma sul compiacimento descrittivo ma è condizionato dall'urgenza esplicativa. Pertanto la seduzione della "bella pittura" viene superata dalla seduzione del gesto forte, espressivo. Altmann si comporta come se si trovasse ogni volta alleprese con un bozzetto, con un prototipo da sviluppare in un secondo tempo. Il fatto è che per lui non esiste un secondo tempo poiché è sempre il presente a guidare la mano e a esaurire il motivo di queldipinto. Il successivo "prototipo" si rivolge già a un'altra storia, magari prossima alla precedente per intensità e carica emotiva, ma mai a essa riagganciabile per un ripensamento formale. Il suo cammino è quello di un fiume che trascina con sé i ricordi del suo primitivo percorso per rinnovarli, non per ripeterli.
Un'altra interessante sequenza in mostra riguarda il tema della corrida che ha goduto di celebri attenzioni rappresentative a partire da Goya fino a Picasso. Nella circostanza l' autore prende ispirazione da questi due maestri per lanciarsi in una personale interpretazione prodiga di spunti creativi e di annotazioni. Altmann ha affrontato tale argomento in numerose tecniche miste, datate 2005, che gli hanno permesso di indagare lo scontro fra il toro e il torero ben al di là dei soliti canoni. Qui viene evidenziata ancora una volta una delle principali peculiarità di questo personaggio capace di toccare e di trasformare a proprio vantaggio argomenti difficili e insidiosi, come la trionfale e nel contempo critica esibizione del nudo affrontato con intendimento classicheggiante o la tauromachia di matrice prettamente ispanica, perché legati a determinati artisti o a periodi ritenuti non più evocabili o trasferibili nell'attualità.
Ritornando alle sue corride, queste vengono intese come un interessante territorio d'indagine di moduli interpretativi e di emozioni, come un gioco di movimenti e di tonalità che alla fine perdono i contorni degli interpreti per sfaldarsi e ritrovarsi in un confronto di macchie, di sollecitazioni visive e di percezioni umorali. La corrida diventa dunque un pretesto, come lo è d'altra parte il gioco dei corpi nelle attrazioni di forme e nel loro scioglimento, in quel divenire pittorico che tende a cancellare il già tracciato per condurre nuove annotazioni, non per definire. Altmann non persegue una conclusione: egli aggiunge di volta in volta capitoli a un colloquio con se stesso e con tutti noi che partecipiamo al suo perenne happening. Per lui il punto d'arrivo, ovvero il licenziamento di un'opera ( perché a un certo momento si deve pur decidere che va bene così ) è solo il preludio del passo successivo. Qui risiede la sua fortuna e la sua dannazione, qui risiede lo splendore di gesti e di pennellate che profumano sempre di freschezza e aprono la curiosità del domani, del quadro che verrà. La contemporaneità di Altmann è legata anche alla sua attenzione degna di un cronista. Con una importante differenza: lui non si sofferma sul quotidiano, a lui non interessa rappresentare un singolo evento. Roberto Altmann conduce i problemi delle ore e dei giorni sul più alto gradino dell'assoluto.
Luciano Caprile

OPERE PUBBLICHE
CHIESA S. ANTONIO
Sestri Levante
"BATTESIMO"
tela cm 300 x 400 anno 1981
CHIESA N.S. DELLA SPERANZA
Casarza Ligure
VIA CRUCIS
SANTUARIO N.S. DELLA GUARDIA
Velva
"APPARIZIONE"
